lunedì 11 gennaio 2016

- Ogni anno è migliore del successivo -



Quei giorni in cui tocchi il fondo dell'igiene, in cui diventi la voragine di ogni cosa commestibile, straccio fagocitato dal divano, ratto di appartamento che vede solo la luce del computer e che poi piange nel suo angolo umido di pavimento, riscaldato a tratti da una vela bianca.
"Morto uno, ne arriva un altro" dice il ratto del gatto, "mi costringe a rintanarmi nella mia sporcizia, che non posso fare a meno di vomitare e accumulare, creandomi un familiare e letale giaciglio".
Riuscissi a contare tutti quei giorni accumulati tra le cicche di sigarette e le buste di patatine al formaggio, colma di quell'insicurezza che fa tremare interi continenti - brutta, sporca, invisibile, invisibile, inutile, insignificante, insignificante, tappeto, ammasso di adipe, inconcludente, ingenua, ingenua - e lascia perennemente in attesa. Mi sento di pietra, ogni movimento è come dover alzare la volta celeste, e il mio cuore si raffredda, come un lago senza fondo, le cui onde sono le lenzuola che ogni sera aspettano la tua ombra.

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