Eravamo in cima ad un' alta collina fatta di piccole terrazze di marmo bianco.
Sotto di noi il mare blu.
Giù era così buio. Volevo solo tornare a casa.
Cadde la pioggia e mi nascose le lacrime.
Non mi sentivo più le gambe.
Avevo così paura di poter scivolare.
Poi una campana suonò, per 8 volte.
Dicevo: alla nona mi abbraccerai, sicuro, e smetterò di tremare.
Ma tu eri così paralizzato dal vuoto che non riuscivi ad allungare nemmeno una mano.
Mi dicevi: non vedi questo buco che ho qui nel petto?
Posso riempirlo solo di pioggia ed aspettare un esorcismo che la faccia evaporare di nuovo.
Tira i dadi, dicevi.
Tira i dadi, forse avrai fortuna e io starò bene.
Ma ora cosa sono? Una statua del tuo labirinto, immobile e nascosta dall'edera?
Ti basterebbe solo scostare un po' le foglie e troveresti una luce, tra le mie crepe di amarezza.
Ma capisco che sia molto più semplice trovare nuovi materiali e forgiare una nuova figura,
ricordando solo i miei difetti.
Io li tiro i dadi. Speriamo esca 12.
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