sabato 30 marzo 2013

- Arno -



Un treno parte e un altro resta.
Io sono stanca e continuo a guardare i visi e le mani che si sfiorano.

Siamo in ritardo, una bambina piange, il vento è troppo freddo.
Però voglio continuare ad aspettare, senza un fazzoletto bianco in mano.

Ora dimmi se seguendo i binari tornerò mai a casa, se sono come i fiumi,
o se queste impronte che lascio svaniranno senza che tu le ricalchi.
Il mondo è ancora troppo freddo, mi sgretola come una bambola di porcellana.
E se non riuscissi rimettermi in piedi?
Se il pavimento si svuotasse e dovessi fronteggiare un abisso nero?
Ci sarebbero le tue radici a trattenermi o bruceresti al mio tocco?
L'ultima volta il tuo bacio sapeva di fragole e sangue

e io non so cosa scegliere tra le sfumature del porpora.

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