lunedì 18 marzo 2013

- Black Melt -


Un bicchiere di amaro, prego.
La circostanza mi sta soffocando
e non mi ricordo perché sono qui.
Probabilmente sogno troppo spesso

mani intrecciate come nidi di rondine.
Ma mi dica, mi dica

Lei giace spesso accanto a corpi perduti?
Ma ne sente le cicatrici?
No, perché, le spiego,

io ho un problema. Forse serio.
Non riesco a dimenticare le epidermidi che ho sfiorato.
Sento le loro impronte di fuoco su di me.
Lei ha una soluzione?
Intanto mi dia questo bicchiere di amaro, per cortesia.
Ho bisogno di sentire lo stomaco riempito di qualcosa.
Che sia liquido, che sia solido.
Che sia amore, che sia odio.
Insomma, Le dicevo.
Ho questo problema.
Ho assaggiato il suo sudore, mi capisce?
E' un veleno che mi consuma.
Ma al quale non riesco a rinunciare.
E ricordo di quando inarcavo la schiena
per sentire ancora più dentro la sua presenza.
Non ne ho mai abbastanza.
Mi capisce? Ma mi sta ascoltando?
Ottimo, mi dia un altro bicchiere di amaro.
Sa, delle volte mi piace stare col viso a terra
aspettando il suo abbraccio intorno ai fianchi
e il suo respiro pieno d'affanno
proprio qui, vede?, dietro la nuca.
Mi piace diventare una schiava dallo sguardo prepotente,
perché ho una bocca fatta di petali di rosa.
Sono una bestia, secondo Lei?
Mi dica se sono un animale, se incuto timore.
Mi dica se il mio cuore è di pietra e se è solo carne ciò che cerco.
Questo amaro, è proprio buono, sa?
Se annego, non mi salvi, che tanto non vedo la luce del mattino.
Perché se sono un errore, è bene che la mia figura si annebbi
senza più contorni.
Già sento le sirene chiamarmi e,

come Lei ben sa,
io non so resistere alle tentazioni.




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